Present-Azione

Il primo post dovrebbe, di norma, coincidere con una sorta di presentazione, in cui l'autore-imbonitore si rivolge a te, malcapitato lettore, nel tentativo di farti appassionare al suo mondo e fornirti qualche buona ragione per leggere queste righe così come quelle a venire.


Non lo farò.

Non ti assorderò con infiniti e noiosi elenchi di ciò che sono o non sono, amo o odio e via discorrendo con il consueto malloppo di antitesi usurate quotidianamente per esprimere il proprio essere.

Non lo farò perché io non sono l'esito di un'antitesi.

Io sono l'antitesi.

Il tutto e la sua parti ma soprattutto il niente e le sue parti.

In perfetto squilibrio tra gli opposti sono io, il viaggio tra un polo e l'altro la mia vita.

Questo è un viaggio che si può fare da fermi, non c'è gravità ma se ne avverte il peso, non c'è dolore ma se ne versano le lacrime, non c'è verità ma nulla potrebbe essere più vero.

Nulla deve avere un senso e nulla lo avrà, perché finalmente l'essere sarà libero di esprimersi nella sua illogicità pesata.

È il mio viaggio, che sarò felice di condividere con te, che scuoti la testa con un sorriso ironico pensando "questa è pazza!"; si, proprio con te, perché se stai ancora leggendo queste righe, vuol dire che un po' pazzo lo sei anche tu.

Non è uno sfogo, non è un indottrinamento, è solo un percorso, il mio personale elogio alla follia ragionata che altro non è che la vita, senza i filtri del dover essere, dire, fare, pensare, secondo gli schemi che corrispondono alla ragione.

Perché limitarsi ad essere ragione


quando si può essere


il tutto e il niente?




Non voglio essere ragionevole,
non mi interessa fingere.


Voglio essere l'antitesi,
mi interessa essere.

Incuriosito, interessato, irritato?

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