venerdì 19 febbraio 2010

Perchè(?) Sanremo è Sanremo



Tutti lo guardano, tutti ne parlano, alcuni lo criticano altri lo amano.

60 di Sanremo, il più celebrato festival italiano. Se Sanremo sia un festival musicale o un varietà non ci è dato saperlo, ma tante sono state le discussioni su questo tema, tutte irrisolte, che è inutile farne una di più.
Io sono tra quelli che Sanremo lo guardano con occhio critico, nella speranza di quella scintilla di unicità il più delle volte disattesa.
Ad onore di quest'edizione va sicuramente la massiccia presenza di giovani, ma che giovani? Questi giovani big sono ben poco giovani( dove sono freschezza, originalità ed innovazione?) e molto standardizzati, canzoni vecchie, già sentite, noiose musicalmente e tematicamente. Con un po' di ironia cattivella ed in parte ingiustificata, possiamo dire che la vera innovazione di questo festival è stata Nilla Pizzi ieri sera.


Qualche fortunata eccezione c'è, Cristicchi ed Ayane, ma prima di abbandonarmi all'entusiasmo aspetto di riascoltare i brani.


Belle voci si, Mengoni su tutti insieme alla compagna di X-Factor Noemi, ma con canzoni che ne sacrificano il talento, non brillanti almeno al primo ascolto.



Arisa non stupisce e torna con un motivetto facile e cartoonistico, Malamorenò,non male ma nemmeno bene, nulla di più o di meno dalla precedente Sincerità, che ci ha assordato per mesi(molto simpatica la presenza delle sorelle Marinetti).

Ruggeri è Ruggeri gente, e la sua Notte delle fate ha tutte le carte in regola per essere un pezzone, non commercialissimo, ma di ottima resa.

Toto Cutugno, vuoi per gap generazionale(anche se lo escludo, dato che ascolto quotidianamente ed amo artisti a lui contemporanei o precedenti), vuoi per mancanza di feeling non mi ha lasciato niente, assolutamente niente.E questo è grave.

Idem con patate, o quasi, per Irene Fornaciari ed Irene Grandi, dalla quale onestamente speravo ed aspettavo di più. Il pezzo non sembra male, ma manca di quella lama che al primo ascolto ti lascia se non a bocca aperta con la voglia di averne ancora.




Povia, Povia... Povia è... un grandissimo paraculo. Non stimo questo cantante( e ci tengo particolarmente a sapere cosa ne pensate voi) semplicemente perché non lo reputo un artista. Tutto quello che quest'uomo fa mi appare falso, e questo non può' che inficiare il mio parere, forse parziale ma onesto. La musica è fatta per comunicare, non sono contro al dialogo su tematiche forti(se no i Grandi che non sto neanche a citare dove ce li metteremmo?), ma sono contro il loro sfruttamento. La musica è sensibilità, ma non basta il tema strappalacrime e qualche frase ad effetto per fare l'arte e l'artista. Questo schiaffiamocelo bene in testa.

Quando ho ascoltato la canzone non canzone di Moro mi è venuto da sorridere,tanto il pezzo non solo è già sentito, ma riproposto anche male (ci siamo capiti) . Sperando che il Moro(e non Otello) faccia qualcosa di non male come in passato, su quest'esperienza sanremese c'è davvero poco da aggiungere.
Scanu e SonHHHora li accorpo, perchè se non fosse per dovere di cronaca mi risparmierei volentieri l'ingrato compito di menzionarli. Mantenendo il contegno ragazzi miei, siete giovani, è possibile mai che non abbiate assolutamente idee, neanche una piccola piccola? Nessuna voglia di scoprire, sperimentare, cambiare? Triste, molto, molto triste.

A dimostrazione di quanto sia importante cambiare idea e saper riconoscere quando qualcosa di buono c'è anche nei luoghi più insospettabili, a me D'Angelo è piaciuto. La sua canzone tra le meno scontate del festival, soprattutto musicalmente, meritava più attenzione, ma il dialetto è un ostacolo non trascurabile e ne abbiamo avuto la conferma. L'assenza di sottotitoli(forse inutili, ma tentar non nuoce), l'oggettiva difficoltà della lingua e non ultima una buona dose di spocchia da parte dei Signori sanremesi sono le cifre dell'insuccesso di D'Angelo, che si consolerà sicuramente la grande vendita di cd (piratati e non) che lo aspetta in patria.



Italia amore mio sembra uno scherzo, di cattivo gusto ma pur sempre uno scherzo( vi prego, ditemi che è così!). Purtroppo non lo è dato che Pupo, Emanuele Filiberto( dati i trascorsi noto ai più come principe delle olive, principe valletto o principe ballerino) ed il tenore Luca Canonici hanno avuto il coraggio di presentarsi con una canzone, non solo assurdamente brutta musicalmente, ma dal testo tra il tragicomico e l'esilarante( provare per credere, cito testualmente :"Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio. Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio". E ancora Pupo al principino: "Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente". ).Oltre al coraggio di selezionare e proporre una cosa del genere, un plauso al coraggio del pubblico che ha deciso che il fantastico trio meritava gli onori della finale.
Più che Italia amore mio direi Italia, Oh mio Dio!

Buona la qualità delle nuove proposte dove qualcuno d'interessante c'è, prima su tutti Nina Zilli, seguita da Jacopo Rantini, La fame di Camilla e la piccola Jessica Brando.
Stasera finale c'è la loro finale, con la speranza e l'augurio che sappiano regalare qualcosa di bello e nuovo alla nostra musica.
Il sassolino l'ho gettato, aspetto voi per la lapidazione(la mia sia ben chiaro!).
Melomanie

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